PUNTA EPITAFFIO
Il ninfeo era parte di un complesso di edifici, probabilmente appartenenti ad un’unica villa che dalla parte alta di Punta Epitaffio scendeva fino alla spiaggia che circondava il “Baianus lacus” , un lago costiero citato da Seneca, Tacito e Marziale, collegato al mare da un canale. Esso, per effetto del bradisismo, è scomparso configurando il golfo di Baia così come oggi lo ammiriamo.
Comunque, riconoscere l’articolazione di questo complesso non è facile a causa dei danni dell’edilizia moderna e delle conseguenze del bradisismo. La sala ninfeo che presenta tracce di ripetute ristrutturazioni, era un triclinio, dalla pianta rettangolare con abside semicircolare su uno dei lati corti e quattro nicchie rettangolari su ciascuno dei lati lunghi, l’ingresso principale era rivolto verso il mare.
Lungo i lati tranne quello di ingresso corre il bancone triclinare in muratura, a forma di U e più alta rispetto al piano del pavimento. Il bancone è separato dalle pareti da un canale sicuramente rivestito di marmo, dove scorreva l’acqua che veniva incanalata anche nella zona centrale.
L’edificio era caratterizzato dalla presenza di molte statue che sono state trovate nel corso degli scavi, tra le quali quelle dei genitori dell’imperatore Claudio e dei suoi figli, nonché due statue di Dioniso ed altre raffiguranti divinità legate all’imperatore. Nell’abside era rappresentata la scena in cui Ulisse porge a Polifemo la coppa di vino che precede l’accecamento del ciclope.
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